Qualche sera fa nella piazza di un quartiere della nostra città c’era un tale che cantava “r’inta sta cella nun ce vogghiu staaaà” (dentro questa cella non voglio stare). Potrebbe essere questa la colonna sonora che sembra caratterizzare la creatività di certi americani nell’invenzione di tante false sindromi nate non dall’urgenza di rilevare un disturbo ed aiutare la vittima ma dall’urgenza di patologizzare la vittima è aiutare il carnefice.
E’ il caso della Pas, o sindrome di alienazione genitoriale, della quale abbiamo parlato tanto [tutte le informazioni a partire dall’apposita categoria] ma è anche il caso di una falsa sindrome dei cosiddetti “falsi ricordi”.
La teoria viene coniata anche dal Dr. Paul McHugh, conosciuto perchè ha scritto che l’omosessualità può essere “curata” e anche che i transgender sono persone “deliranti”. Un altro fondatore è Ralph Underwager, anche lui con qualche problema con l’omosessualità.
Nel 1992 viene messa in piedi la «Fondazione per la Sindrome della Falsa Memoria», un’altra bella macchina utile per “assistere” coloro che sostenevano di essere accusati “ingiustamente” di aver commesso abusi sessuali sui minori. La Fondazione nasce, neanche a dirlo, grazie a Pamela e Peter Freyd nell’intento di nascondere la loro responsabilità quando appresero che la loro figlia Jennifer Freyd (una psicologa che sulla sua esperienza ha scritto il libro”Betrayal Trauma: The Logic of Forgetting Child Abuse”) incolpava il padre di avergli inflitto degli abusi.Anche questa falsa sindrome non trova nessun riconoscimento presso la comunità scientifica internazionale, ma è accreditata dai falsabusologi sparsi in giro per il mondo, parallelemente sostenitori della Pas, italia compresa. Anche questa falsa sindrome non è contenuta nel Dsm, il manuale diagnostico psichiatrico. Però, chissà come mai, wikipedia riporta l’esistenza di questa sindrome come se fosse la scoperta del secolo.
Di cosa si tratta in realtà? Se la Pas dice che qualunque bambino che denuncia di aver subito un abuso sessuale sarebbe stato influenzato dalla madre, in questo caso, ovvero quando il bambino, oramai, adulto, ha messo a fuoco i ricordi dandogli il giusto senso che può darvi un adulto, e decide di denunciare colui che gli ha inflitto degli abusi, dato che non possono dire che sia la madre ad influenzare un giovanotto o una donna maggiorenne, allora hanno deciso tout court che quei ricordi devono essere sicuramente falsi. Pura immaginazione, suggestione, fantasia.
Immaginate voi di aver custodito quel segreto per anni, e di aver nascosto tutto per vergogna, perchè non avevate chiaro dove stava la responsabilità del carnefice e dove la vostra, per senso di colpa e tutte quelle brutte cose che accompagnano e devastano per tutta la vita chi subisce un abuso. Immaginate poi che da adulte/i trovate finalmente la forza, il coraggio, la chiarezza di denunciare quanto è accaduto.
Mettetevi nei panni di tutte quelle persone, ora adulte, che hanno dovuto faticare enormemente per scrollarsi di dosso le mistificazioni, il disorientamento, le bugie che accompagnavano un abuso inflitto dai preti pedofili ai bambini di cui avrebbero dovuto prendersi cura.
Immaginate pedofili che mentono spudoratamente ai bambini e che gli raccontano che si tratta di un gioco, di un modo per scacciare il diavolo dentro di loro, una sorta di esorcismo attraverso l’uso del pene, di un modo per sentirsi più vicini a dio e tutte le altre bugie delle quali abbiamo letto decine di volte nei racconti tremendi di chi denunciava di aver subito una violenza.
Immaginate questi pedofili con la opportunità di potersi servire di tutte queste belle false “sindromi” utili a scaricargli la coscienza, a togliere credibilità ai bambini, alle donne che assistono i bambini, agli adulti che denunciano di aver subito violenza da bambini. Immaginate tutto questo e poi diteci se tutti questi sforzi per mortificare i ricordi delle vittime di abusi sessuali non vi sembrano quanto meno opinabili.
Sia per la Pas che per questa ulteriore falsa sindrome la “cura” sarebbe la “riprogrammazione”. Nel caso della Pas se il bambino non si lascia riprogrammare subisce anche il ricatto di vedersi sottratto alle cure della madre e di vedersi affidato o al genitore carnefice oppure ad una casa famiglia. Dicevamo dunque della “riprogrammazione”: come se un bambino fosse resettabile, riprogrammabile, con tecniche di persuasione e di lavaggio del cervello che sono assai di moda in america. Come si trattasse di una lavagna da ripulire per fare tabula rasa dei ricordi reali e per metterci dentro quelli che decide siano “giusti” per il “riprogrammatore”. Ovviamente la riprogrammazione va nel senso opposto alla ricerca della verità. Un riprogrammatore, che in america sembra essere paragonato a dio, insulta le vittime di abusi convincendole che sono un po’ matte, che devono pensare che è stato tutto un sogno e che invece hanno avuto delle infanzie fantastiche, con genitori fantastici, con accanto padri meravigliosi.
E menomale che erano le madri ad influenzare i bambini…
Avranno inventato in america una bella falsa sindrome per salvare mafiosi e camorristi dalla galera? Una bella dose di riprogrammazione per le vittime di estorsione e di lupara?
—>>>Suggerimento per le donne e le madri: imparate ad usare una videocamera per procurarvi le prove degli abusi subiti da voi e dai vostri figli.