Come già scritto QUI l’associazione dei neuropsichiatri spagnoli si è pronunciata contro la Pas (o Sap). Questa una sintesi degli argomenti e sotto una traduzione parziale del testo che hanno fatto circolare.
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IN UNO STUDIO DEL 2009 SU 530 CASI DI DENUNCE PER ABUSI
SESSUALI O MALTRATTAMENTI FRA EX CONIUGI E’ STATA RISCONTRATA UNA SOLA
DENUNCIA FALSA.DA CIO’ SI EVINCE IL PROBLEMA DELLE FALSE DENUNCE E’ UNA
FAVOLA.
Ecco la traduzione inviatami da Emeline Lori della parte
essenziale di un documento contro la PAS pubblicato nel mese di marzo
2010 dalla AEN*, organismo che fa parte della “World Psychiatric
Association” e della “World Federation for Mental Health” .
“L’Associazione Spagnola di Neuropsichiatria (AEN)
presenta la dichiarazione seguente contro l’uso clinico e Legale della
così chiamata Sindrome di Alienazione Parentale. E’ noto che si sia
verificato un aumento di frequenza e di complessità nelle cause legali
dopo la separazione oppure il divorzio per l’affidamento di un minore.
In queste cause, per ottenere l’affidamento di un minore, si pone il
minore in una situazione di conflitto di lealtà e possono portare, se
non trattate in modo adeguato, a situazioni che provocano danno alla
salute mentale del bambino.
Proprio in questi casi diventa necessario e urgente un lavoro di
coordinazione basato su criteri comuni, per professionisti della salute
mentale e professionisti della giustizia. L’essenza della cosidetta
“Sindrome da Alienazione Parentale” (PAS), secondo l’autore che la
inventò e che le conferì la condizioni di sindrome “medica” (Gardner,
1985), consiste nella “programmazione” o “lavaggio del cervello” fatto
da un genitore ad un figlio, con l’intenzione di “denigrare” oppure
“calunniare” l’altro genitore (aggiungendo elaborazioni “costruite” dal
minore stesso) per così giustificare la resistenza del bambino a
mantenere un rapporto con detto genitore, dal quale viene definito
“alienato”.
Negli ultimi anni in Spagna come in altri paesi vicini, con la
presupposta approvazione scientifica della PAS, si sono introdotti nelle
sentenze argomenti per cambiare condizioni di affidamento o altre
azioni legali con enormi ripercussioni su bambini e loro famiglie;
argomenti comunque non accettati da una grande maggioranza di
professionisti che si occupano della salute mentale.
Crediamo che il successo ottenuto dalla PAS nel campo della giustizia
sia spiegabile con il fatto che con una risposta semplice (o
semplicistica) ad un grave problema che preoccupa e satura le cause di
affidamento, la PAS facilita argomenti pseudo-psicologici o
pseudo-scientifici (Escudero, Aguilar y de la Cruz, 2008 a,b) per gli
avvocati dei genitori che litigano per l’affidamento di un figlio.
Questa spiegazione può aiutare a capire la ragione per cui è stata
accettata, malgrado una mancanza di rigore e senza una discussione
approfondita.
Il rischio attuale che questa “costruzione della realtà” venga
riconosciuta anche dagli organismi diagnostici internazionali, come il
DSM V, ha portato molti professionisti di diversi paesi a pronunciarsi
contro questa eventualità.
L’opinione
della AEN.
Le basi sulle quali si costruisce il “castello in aria” della
PAS corrispondono alla descrizione fatta da R. Gardner nel 1985,
basandosi su opinioni personali e auto-citazioni. In uno dei suoi
articoli con 16 citazioni bibliografiche, 15 corrispondono ad
auto-citazioni prese dalle opere del Gardner stesso (2004). La PAS
suppone la pericolosa intenzione di medicalizzare ciò che invece sarebbe
una lotta per ottenere l’affidamento di un figlio. Così si spiegano le
dinamiche complesse di un interazione familiare basata sulla
“programmazione” del bambino fatta dal genitore chiamato “alienante” con
l’obiettivo di calunniare il coniuge “alienato”.
Si suppone un abuso dell’utilizzo di discorsi
“psichiatrico-psicologici” evitando pure la considerazione del ruolo del
coniuge “vittima” dell coniuge “alienante” nel conflitto. Nemmeno si
cercano altre spiegazioni come per esempio una reazione giustificata o
normale del bambino dopo la separazione dei genitori, che nella
maggioranza dei casi dove non esiste violenza in famiglia, si risolve
con il tempo. La discriminazione di genere nella PAS è innegabile. La
maggioranza dei coniugi “alienanti” sono per Gardner “madri
che odiano gli uomini”. Qualsiasi tentativo esse facciano per
ribellarsi al rischio di perdere l’affidamento dei figli si converte in
nuove prove di alienazione e di manipolazione a cui sottometterebbero i
figli.
D’altra parte, qualsiasi tentativo di protesta da parte del bambino
o della bambina si converte, secondo i criteri diagnostici
inventati da Gardner, in nuovi sintomi di manipolazione. Anche un
terapeuta che si esprima contro la PAS , secondo
questa teoria, si traforma in un soggetto vulnerabile alla
programmazione che entra a far parte di una “folie à trois”, nelle
parole del Gardner stesso.
In altre parole, contro qualsiasi teoria scientifica, la PAS è
stata costruita in tal modo che non può mai essere rifiutata, perché
qualsiasi tentativo di negarla si converte in una sua nuova conferma.
In funzione della PAS, non si ascoltano proteste e accuse
del bambino (e della madre) di violenza o abusi sessuali. Anche
se Gardner specifica che in casi di abuso non si dovrebbe
diagnosticare la PAS, il rischio di non ascoltare
le lamentele di un bambino e di considerarle una programmazione, nelle
mani di un genitore che lo manipola, è molto alto.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che i tentativi di
proteggere il bambino, fatti dall’altro genitore, si convertono in bugie
e altri tentativi di “manipolazione”.
Si lascia così nelle mani di un potenziale genitore
violento un bambino privato dalla sua unica possibilità di essere
protetto.
D’altra parte, è stato dimostrato al Consejo General del
Poder Judicial, dopo uno studio accurato di 530 casi,
che di tutti questi casi, solo uno si potrebbe qualificare di denuncia
falsa. Secondo il CGPJ, usando questo studio come base (2009),
ciò sarebbe una dimostrazione che le false denuncie per violenza
sessuale sono un “mito”. (13 ottobre 2009).
La “terapia” che propone Gardner per risolvere la così chiamata
“programmazione” è quella che lui stesso nominó la “terapia
della minaccia”, che preclude qualsiasi via di uscita
al bambino/a vittima di abusi per potersi salvare dalla situazione
temuta.
Minacciare con il carcere oppure la sospensione delle visite
(di solito la madre) con il genitore con cui il bambino ha il legame
più stretto, costringe il figlio ad accettare un rapporto con il
genitore.
La AEN conclude che: La PAS, tale e come inventata da
Gardner, non ha nessuna base scientifica e comporta gravi rischi se
applicata in un tribunale.”
www.bambinicoraggiosi.com 2 giugno
2010
*Associazione Spagnola di Neuropsichiatria