In senato si discute l’affido condiviso bis. Bambini e donne oggetto di barbarie legislativa

Sapete che uno dei momenti in cui avvengono gravi episodi di violenza familiare è proprio durante le fasi di separazione di una coppia.

Sono davvero tante le donne che muoiono per mano degli ex mariti e molte volte questi ultimi prima di togliersi la vita decidono di uccidere anche i loro figli.

Accade abbastanza frequentemente che le fasi di conflitto vengano esarcerbate per il rifiuto che l’ex marito mostra nell’accettare la separazione. Lo dimostrano le tantissime denunce per stalking fatte sin dal primo momento di attuazione della legge che ha fatto diventare questa forma di molestia un reato.

Accade talvolta che le separazioni siano causate anche da abusi perpetrati dai padri nei confronti dei figli. Ed è ovvio che le madri tentino di proteggere i bambini allontanandoli da uomini che potrebbero ancora fare loro del male.

In italia le leggi a tutela delle donne e dei minori in caso di separazioni e divorzio sono abbastanza inefficaci.

Ancora oggi le donne non vengono tutelate a sufficienza per sfuggire alla violenza del marito e le case rifugio in cui i centri antiviolenza ospitano queste donne sono relativamente poche e prive di finanziamenti.

Una donna che rischia di essere uccisa da un ex marito corre lo stesso pericolo che correrebbe qualunque persona presa di mira da efferati criminali.

La legge tutela i testimoni di mafia, le vittime del racket, ma non tutela le donne che muoiono di morte annunciata per mano dell’ex marito.

Troppe sono le donne morte ammazzate da uomini, moltissime per mano di ex mariti.

I bambini, allo stesso modo, non godono di nessuna particolare tutela. Quando viene denunciato un caso di pedofilia viene messa in dubbio la parola dell’adulto che prova a proteggerlo. Se i bambini non vogliono vedere quegli adulti dai quali hanno subito abusi i tribunali decidono spesso di sottrarre questi bambini alla madre e di affidarli ai servizi sociali.

Dal 2006 a peggiorare la situazione è intervenuta la legge 54 sull’affido condiviso. Stabilisce, con talune eccezioni, che in fase di separazione i bambini siano affidati ad entrambi i genitori anche quando tra i genitori esistono episodi di violenza e denunce.

Proprio per questo le donne dell’idv toscana hanno avviato una petizione in cui propongono una modifica della legge affinchè sia impedito agli ex mariti e ai padri violenti e molesti di accedere alle ex mogli e ai figli.


Il Pdl ha ora proposto invece una modifica peggiorativa (ddl n. 957) che sarà presto (dal 21 aprile) in discussione alla commissione giustizia del senato. Probabilmente sarà integrata con un’altra proposta di modifica (ddl. 2209, prima firmataria la leghista lussana) purtroppo firmata anche da due parlamentari dell’idv (Favia e Orlando) in totale disaccordo all’opinione delle donne del loro partito che ad essa si oppongono.

In entrambe le proposte di modifica presentate da pdl, lega e i due Idv (il ddl 957 è introdotto con una relazione in cui si accredita la proposta perfino con una citazione di una rappresentante dell’Arcidonna), si immagina uno scenario in cui l’affido condiviso sia concesso per obbligo e sempre, a prescindere dai conflitti e dalle violenze che un uomo può commettere nei confronti della ex moglie o un genitore può commettere nei confronti dei figli.

Si immagina che i genitori possano essere deresponsabilizzati a proposito di mantenimento e si immagina anche che l’immobile assegnato al genitore affidatario, spesso la madre, quello in cui risiedono i bambini, possa essere sottratto se la madre decide di avere un’altra relazione. Tutto ciò per imprimere un segno di ricattabilità e di proprietà su quella donna anche dopo la separazione. Donna che dovrà essere costretta a vivere clandestinamente la sua vita sentimentale se non vorrà vedere traumatizzati i bambini grazie alla sottrazione del luogo nel quale hanno imparato a crescere.

Il punto più grave della modifica è l’introduzione obbligatoria nella aule dei tribunali della Pas, ovvero quella che i proponenti chiamano sindrome da alienazione genitoriale della quale Roberta Lerici parla opportunamente e approfonditamente qui). Valutare l’affido dei bambini sulla base di una sindrome non riconosciuta nell’albo psichiatrico, portata avanti in america e ora anche in italia dalle organizzazioni dei padri separati, significa privare i bambini della possibilità di difendersi nei casi di molestia subita dai padri.

La modifica del ddl 957 al codice civile (capitolo sul diritto di famiglia) dice infatti:

«Il comprovato condizionamento della volontà del minore, in particolare se mirato al rifiuto dell’altro genitore attivando la sindrome di alienazione genitoriale, costituisce inadempienza grave, che può comportare l’esclusione dall’affidamento».

In pratica significa che in qualunque procedimento di affido, se il bambino rifiuta di vedere il padre e se viene denunciato un abuso, un atto di pedofilia, il padre ricorrerà e può servirsi della Pas per dire sempre e comunque che si tratta di "condizionamento della volontà del minore" da parte della madre.

I bambini restano senza difesa e come se non bastasse viene sommata alla possibilità di "condizionamento della volontà del minore" anche la denuncia da parte della madre ai danni dell’ex marito quando quest’ultimo commette atti di violenza contro di lei.

Donne e bambini restano dunque sovraesposti. Qualunque denuncia sarà tacciata di essere una forma di condizionamento del minore e quel che è peggio è che quando un tribunale sarà chiamato a decidere (come già avviene ora) su situazioni così complesse i bambini finiranno consegnati ai loro carnefici oppure alle case famiglia, come orfani a causa di una legge che rimette donne e figli nelle mani del padre padrone. Un padre antico, già conosciuto, che un tempo nel vecchio codice che pensavamo di esserci messe definitivamente alle spalle si chiamava pater familias.

Quanto scritto è stato precedentemente espresso anche dai Giuristi Democratici che recentemente hanno rivolto un appello al ministro alle pari opportunità Mara Carfagna e che con noi evidentemente condividono le medesime preoccupazioni.

Mercoledì 21 aprile avrà inizio la discussione in senato (commissione giustizia) su queste proposte peggiorative della legge già esistente e tante donne si chiedono come e se i bambini e loro stesse saranno rappresentati affinchè non diventino oggetto di questa barbarie legislativa.

fonte: http://femminismo-a-sud.noblogs.org

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