Pas, la sindrome inventata: restare con il maltrattante per non perdere i figli?

Appena ieri pubblicavamo la traduzione di un articolo de El Pais a proposito del severo richiamo del governo nei confronti di quei giudici che in Spagna producono sentenze, nelle controversie per la custodia dei figli, avallando una patologia inesistente.

Ecco la traduzione di un altro articolo che sintetizza il contenuto di alcune iniziative fatte dalle madri vittime di violenza che assieme ad altre, numerose organizzazioni propongono una modifica del Codice Civile Spagnolo sulla questione della custodia dei figli.

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Spagna

A proposito delle sentenze che concedono la custodia dei minori a padri accusati di abusi o maltrattamenti.

Sindrome di alienazione parentale: quando la soluzione è di vivere con chi commette abusi.

Nei procedimenti per l’affidamento dei figli in un contesto di violenza e/o abuso, i giudici hanno avallato l’esistenza di un disturbo infantile che sarebbe causato dalla madre.

Di Julia Gas e Javier P. Martinez /Madrid
Mercoledì, 5 gennaio 2011. Numero 14°/141.

“Bisogna aiutare il bambino o la bambina a comprendere che nella nostra società si tiene un atteggiamento esageratamente punitivo e moralista nei confronti degli incontri sessuali tra adulti e bambini o bambine.”

E’ quello che affermò Richard Gardner, psichiatra statunitense, con una causa per abusi sessuali che lo riguardava alle spalle, e che si suicidò nel 2003, all’età di 72 anni. Nel 1985, Gardner, come perito in procedimenti giudiziari per il divorzio e la custodia dei figli, ha per la prima volta nominato quella che avrebbe poi definito quale “sindrome di alienazione genitoriale (Pas), descritta come “un disturbo infantile che insorge quasi esclusivamente nel contesto delle controversie per l’affidamento dei figli”, condizione che potrebbe, secondo Gardner, portare a produrre false accuse di abusi nei confronti del genitore. Gardner ritiene che “quasi sempre la denunciante è la madre e il denunciato o l’accusato, è il padre.” Pertanto testimoniò in 400 procedimenti per la custodia dei bambini, soprattutto quando il genitore era accusato di abusi sessuali, dichiarando che la madre avrebbe effettuato un “lavaggio del cervello” e che avrebbe causato nel bambino la Pas. Per contrastare questo presunto disturbo egli raccomandava al giudice di lasciare i bambini in custodia degli accusati di abusi.

200 casi di Pas in Spagna

Tuttavia la Sap non è riconosciuta come disturbo mentale. Ad esempio, La Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) o L’Associazione degli psicologi americani (APA), istituzioni di riferimento internazionali, la ignorano.

Ma alcuni giudici spagnoli le hanno concesso validità. Non solo accettano perizie che accreditano l’esistenza della Pas ma, su questa base, decidono anche di togliere la custodia dei figli alle madri.

Nello Stato Spagnolo, secondo un rapporto dell’Osservatorio sulla violenza di genere del Consiglio superiore della magistratura (CGPJ), tra il 2005 e il 2010 ci sono stati 200 casi in cui, sulla base della SAP, è stato negato l’affidamento dei figli alle madri. A tal proposito quattro donne vittime di violenza hanno deciso di organizzare per la fine del novembre scorso un sit-in di protesta a Madrid e si sono impegnate in varie attività per sensibilizzare e richiamare l’attenzione su questa situazione.

Rosa, nome fittizio di una di queste madri, ha così sintetizzato:

“Abbiamo organizzato questa iniziativa perché i figli dei maltrattanti e dei pedofili in questo paese sono sottoposti a sofferenze disumane.” Dal 2009 queste quattro donne che hanno perso o vivono con la minaccia di perdere la custodia dei figli i quali si rifiutano di vedere i padri violenti, organizzarono e condivisero la loro esperienza attraverso il “Grito en Silencio”.

Uno degli argomenti discussi durante la giornata riassunse l’origine della Pas nello stato spagnolo. Vari esperti indicano lo psicologo Josè Manuel Aguilar Cuenca come il responsabile del suo arrivo in spagna, ma, come spiega Sonia Vaccaro, psicologa esperta in violenza di genere che partecipò al convegno:

“Tutto quello che ha fatto Aguilar è stato tradurre quanto aveva detto Gardner, tranne la parte dei contenuti misogini e pederasti.”

Aguilar pubblicò nel 2006 il libro “El síndrome de alienación parental. Ruptura de pareja e hijos” che fu sponsorizzato dall’ufficio per la Difesa dei Minori di Madrid, quando la posizione era occupata da Pedro Nunez Morgades.

La terapia della minaccia

La diffusione di contenuti a proposito di questo presunto disturbo fu promossa anche dallo psicologo forense Jiulio Brochal, insieme al già nominato Aguilar e alle associazioni dei padri separati. Il presidente nazionale dell’associazione dei padri separati, Juan Luis Rubio, ha detto che è “triste e terribile che ci siano ancora quelli che negano questa sindrome” che “influenza il bambino perché si schieri contro uno dei genitori”. Confida nella giustizia per una analisi “caso per caso”.

La psicologa Sonia Vaccaro definisce la Pas come “una mostruosità psicogiuridica creata ad hoc per le controversie nei casi di custodia dei figli”. A questo proposito gli esperti che hanno assistito ad alcune sessioni di studio non capiscono come in ambito accademico sia facile trovare insegnanti e corsi che includono la Pas come diagnosi. Perciò denunciano che ci sono “professionisti male addestrati”. Secondo Celia Garrido, rappresentante istituzionale dell’Uguaglianza ed esperta in fatti di violenza di genere si tratta di corsi che “hanno realizzato una formazione sulla terapia della minaccia”. Questo trattamento, applicato dai terapeuti, consiste nel fatto di fare pressione sul bambino quando si rifiuta di stare con un genitore minacciandolo di separarlo dalla madre o addirittura dicendogli che la madre andrà in prigione per questo. Si tratta di uno strumento “perverso ma molto sottile”. La diagnosi della Pas raccomanda l’uso della Terapia della Minaccia nel caso il bambino rifiuti nei casi lievi e moderati di stare con il padre. Quando si valuta un caso “grave”, invece, si applica il cambio della custodia, togliendo il bambino alla madre fino alla sua “deprogrammazione”, cioè fintanto che uno psicologo confermerà che non vi è più alcuna “alienazione”. Come fa notare Antonio Escudero, ex presidente dell’Associazione Madrilegna della Salute Mentale, in questo modo si realizza che un bambino separato dalla madre indurrebbe lei a diventare più “saggia” pur di continuare a vedere il figlio, e a supporto della diagnosi ella manifesti volontà di realizzare “una nuova identità”. Il bambino considerato alienato, da parte sua, dovrà sopportare di restare con il suo maltrattatore/abusatore per non perdere sua madre. Durante la conclusione dell’iniziativa un banner pone la totale assenza di alternative di queste madri: “Restare con il maltrattatore o perdere i figli!”

Punti di incontro familiare

Un altro punto focale in cui si esercita la diffusione della pas sono i punti di incontro (centri di mediazione o consultori confessionali) familiari (Pef) o “punti di disaccordo”, come vengono definiti da queste madri.

Teoricamente dovrebbero essere centri neutrali in cui viene accolto/consegnato il bambino in caso di contestazione della custodia e che invece, come le donne segnalano, sono luoghi in cui si applicano forme di strumentalizzazione.
Se Gardner potenziò l’esistenza di questi centri negli Stati Uniti, lo Stato Spagnolo diede una mano a Maria Luisa Sacristan, presidente dell’associazione ApRoma, prima ad aprire uno di questi “punti”. La Sacristan, secondo l’opinione della madre chiamata Rosa, “è una legionaria di Cristo, con una forte ideologia integralista e ultracattolica”, e fu pioniera nell’importare una visione che comprende la Pas attraverso i Pef (punti di incontro familiari) e il loro obiettivo, secondo Rosa, è quello di “rafforzare il vincolo della famiglia patriarcale per la sicurezza dei bambini e delle donne”.

La tutela dei minori

La psicologa esperta in violenza di genere Urzanqui fatima, che ha partecipato all’incontro, ha criticato l’atteggiamento dei giudici che hanno pronunciato sentenze basate sulla Pas. “Per loro è più facile pensare che le donne siano in grado di manipolare i loro figli che considerare invece come non vi siano cattivi comportamenti dei padre che giustificano il rifiuto da parte dei bambini.” Urzanqui osserva che “queste donne confidarono nelle istituzioni. Ma non solo non sono state sostenute ma le istituzioni stanno compiendo su di loro violenze addirittura peggiori di quelle commesse dall’uomo maltrattante.” Perciò i partecipanti dell’iniziativa chiedono una modifica del Codice Civile. Inoltre, con la Associazione Madre rea, Justizia, Infanzia e Minori si sono accordati su una serie di proposte volte a proteggere il bambino o la bambina nei casi di controversie quando il padre resta in un contesto di violenza e/o abuso sessuale.

Influenze nella giustizia

Queste donne riportano anche che alcuni giudici sono i “passibili di sfiducia” (per ruoli incompatibili tra loro). Ad esempio, l’attuale vice presidente del CGPJ, il giudice Fernando de Rosa Torner, è stato consigliere della giustizia del governo di Valencia fino alle ultime elezioni, e contemporaneamente è presidente della Fondazione Attenzione alle vittime della Criminalità e Incontro familiare (FAVIDE), che gestisce i luoghi di incontro della famiglia a Valencia. de Rosa Torner durante l’incarico di consigliere della Giustizia ha confermato l’incarico di presidenza al Favide.

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