Radicali eletti nel Pd: perchè escludono che donne e bambini possano essere vittime di violenze domestiche?

Mentre la battaglia sul web impazza, e ne capiamo la ragione, mentre ci sono sostenitori di questi argomenti che esasperano lo scontro politico sullo stile del Fair Game con toni fuori misura alimentando un livore nei confronti di chiunque mostri dissenso e senso critico verso questi argomenti, altri quieti e distinti corsivisti dedicano righe intense al valore di una falsa sindrome (la pas) che favorisce gli uomini violenti con donne e bambini, che non ha alcun riconoscimento nella comunità scientifica internazionale e che è stata rigettata perfino dai procuratori americani che pure l’avevano accolta alla fine degli anni ottanta. A tal proposito potete leggere gli scritti [0] [1] [2] [3] [4] [5] dello psichiatra Andrea Mazzeo che si pronuncia su una materia sulla quale evidentemente è competente.

Nel frattempo tutti attendono che il progetto di legge 957 [1] [2] che peggiora le norme sull’affido condiviso includendo tra le prove ammissibili in tribunale nel corso dei processi di affido dei minori anche la falsa sindrome di cui sopra, e per ciò che sappiamo lo schieramento a supporto delle proposte è composto trasversalmente da tanti uomini, del pdl, della lega, un paio dell’idv, più d’uno del pd e come già sapevamo c’è un folto gruppo di radicali, che nelle scorse settimane ci hanno deliziato con puntate su radio radicale dedicate al tema, durante le quali sfilavano tutti gli argomenti di propaganda che molti amici e amiche del web conoscono a memoria, e tale gruppo è impaziente di far sentire il suo supporto al punto che, prima firmataria una donna, i magnifici cinque, tutti radicali eletti nelle liste del Pd, hanno presentato una interrogazione nella quale decisamente illustrano il loro punto di vista.

Prima di commentare l’interrogazione vi invitiamo a leggere i “10 miti sull’affidamento e sulla violenza domestica e come contrastarli” e un breve capitolo sulla “violenza domestica per procura” conosciuta in america come Domestic violence by proxy.

In generale l’interrogazione chiede al ministro della giustizia come mai i giudici abbiano ritenuto di dover affidare i figli in via esclusiva alla madre in caso di conflittualità tra i coniugi. Lo dicono con chiarezza:

molti tribunali continuano a sostenere che l’affidamento condiviso può essere concesso solo in un numero limitatissimo di casi, negandolo, in particolare, in presenza di conflittualità, tenera età dei figli, distanza tra le abitazioni dei due genitori

Come dire: se di mezzo ci sono denunce per violenze su donne e minori, casi di stalking, abusi, maltrattamenti, bisognerebbe passarci su? E se i bambini sono ancora in età prescolare bisogna sballottolarli un po’ qua e un po’ là per far piacere ai radicali? E se la donna ha una abitazione distante o con la crisi che c’è ha come unica opportunità di lavoro quella di andare a chilometri di distanza vogliamo tenerla segregata a disposizione dell’ex marito di modo che lui la molesti meglio?

Queste sono le prime legittime obiezioni che ci vengono come primissima riflessione stimolata da questi magnifici spunti dei radicali.

Continuano:

al contrario, la legge n. 54 del 2006 pone invece dei limiti precisi proprio all’affidamento esclusivo, consentendolo solo nelle situazioni in cui un genitore (quello da escludere dall’affidamento) costituirebbe motivo di pregiudizio per i figli, prevedendo altresì la possibilità di condanna per lite temeraria del genitore che abbia pretestuosamente, o infondatamente accusato l’altro di essere pregiudizievole per la prole;

Ovvero? Stanno dunque dicendo che la donna che ha denunciato per violenza l’ex marito e il giudice che ha riconosciuto questo fatto al punto da non scegliere l’affidamento condiviso per evitare situazioni di grave conflitto che possano pregiudicare l’equilibrio della donna e soprattutto quella del bambino, hanno agito così per un “pretesto”? Stanno dicendo che il giudice non si accorga dei casi in cui ci siano “accuse infondate”? Parliamo di un complotto? Se un giudice decide che l’affido condiviso non è giusto per l’equilibrio del bambino non è invece espressione di eccessiva litigiosità l’insistenza da parte dell’ex marito di interferire con tale decisione? Non è una banalizzazione dei numerosi casi di violenza domestica compiuta da mariti/padri insistere sul fatto che essi abbiano comunque accesso alla vita delle ex mogli e dei figli? Non si può stabilire con chiarezza invece che i bambini non devono MAI essere affidati a genitori violenti e che i familiari vittime di violenza devono essere immediatamente protetti e allontanati dall’origine della violenza?

Potete dare uno sguardo al Bollettino di guerra giusto per farvi una idea di ciò di cui stiamo parlando. Per rinfrescarvi la memoria.

Poi:

alla precedente ipotesi si affianca a quel che consta agli interroganti peraltro un’altra forma, più subdola, di inosservanza della legge: stabilire l’affidamento condiviso, privandolo però dei suoi contenuti qualificanti, quali la presenza equilibrata presso i due genitori (alcune sentenze introducono il concetto di «collocazione» dei figli, rendendo «collocatario» il precedente genitore «affidatario») e l’assegnazione di compiti di cura, anche sotto il profilo economico, a ciascuno di essi;

Ed eccolo il punto chiave della questione, l’interesse preminente: il genitore che ottiene l’affidamento diventa anche quello che percepisce l’assegno di mantenimento per il bambino. I radicali propongono che sia il contrario? Che sia il genitore affidatario a dover versare tangenti all’ex marito purchè lui se ne stia lontano? Vorrebbero forse che l’ex marito fosse deresponsabilizzato e dunque esonerato dal dovere di corrispondere una cifra per il bambino che ama tanto e che vuole tanto vedere perfino quando il bambino non vuole vedere lui?

La parte finale è una mirabolante capriola sull’equilibrio del bambino che senza un padre diventerà sicuramente un tossico o chissacchè e che invece con la presenza di un padre violento con la madre o perfino con lui crescerà in modo perfettamente equilibrato. Ovviamente stiamo ironizzando e vi invitiamo perciò a leggere il testo dell’interrogazione per farvi una vostra idea sul suo contenuto.

Quello che comunque continuiamo a vedere è lo sforzo estremo di molte persone per imporre ai giudici un metodo che è tipicamente berlusconiano: diventare cioè meri esecutori di ordini, non avere più alcun potere di dirimere questioni sostanziali, ridursi allo stato di burocrati senza alcun obiettivo se non quello fissato dalle lobbies che di volta in volta impongono esigenze discutibili, da discutere, da consegnare ad altre discrezionalità e competenze maturate in altri settori.

Come dire: la legge ce l’hai, è veramente pessima, ha prodotto uno scempio e le lotte che le madri stanno facendo in tutta italia per le discriminazioni subite o per il profondo livello di solitudine sociale e istituzionale nella quale sono state lasciate lo dimostrano. La legge va migliorata, cambiata, non peggiorata.

Era già scritto prima della misogina legge del 2006 che i bambini devono poter stare quando possibile con entrambi i genitori. Imporre un iter che scavalca ogni bisogno, incluse le emergenze date da situazioni gravi di violenza e disagio che di certo bene al bambino non faranno, è qualcosa che immaginavamo lontana dalla cultura di chi si auto proclama difensore delle donne che subiscono violenza.

La Bonino di tutta questa storia cosa ne dice? Vorremmo chiederglielo. Intanto lo chiediamo a chi vota radicale e pd: voi cosa ne pensate?

da Femminismo a Sud

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